di Alessandro Giustini – socio onorario ANF
Direttore Ospedale San Pancrazio-Arco(Tn) Kos Group
Socio di Simfer, Sirn, SSR
Continuano le riduzioni ed ritardi delle attività ospedaliere e territoriali,crescono le attese e le liste per le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione ben sapendo che sono tutte “tempo dipendenti” in termini di efficacia : queste criticità per la tutela della Salute colpiscono ogni genere di bisognio ma n particolare verso i più fragili come gli anziani ed i portatori di patologie croniche e disabilità acute o persistenti.
Si assiste alla negazione di fatto del fondamentale principio di generalità, tempestività ed uguaglianza del SSN per la tutela costituzionale del Diritto di tutti i Cittadini alla Salute.
E va detto con chiarezza che tutto ciò è solo la massiva evidenziazione di carenze e disordini che erano preesistenti, già visibili da anni ma fatti esplodere dalla pandemia.
Il definanziamento del SSN è stato un comportamento condiviso da tutti i Governi negli ultimi 20 anni con la giustificazione di “indicazioni”al risparmio dall’europa quando invece è sempre più marcato il divario tra quella che è la copertura finanziaria per i sistemi sanitari degli altri Paesi Europei e quella del nostro Paese.
Non si è trattato solo di definanziamente ma anche di una progressiva distruzione del capitale fondamentale per il SSN : il personale, le sue competenze e la sua capacità di accogliere, ascoltare, assistere e curare .
Da anni blocco del turnover e delle assunzioni ed ultimo e gravissimo esempio il documento Agenas-Ministero per il calcolo dei fabbisogni di personale che aggrava in questa politica velenosa proprio in una fase delicatissima come l’attuale.
Il definanziamento rispetto ai dati dei Paesi europei ha immiserito le potenzialità di tutto il sistema sia quando direttamente gestito dal pubblico sia quando affidato a soggetti accreditati e contrattualizzati. E tutto ciò ha costretto sempre più i cittadini a ricorrere a prestazioni “out of pocket” estendendo in tal modo le diseguaglianze e le ingiustizie oramai intollerabili in particolare verso i più fragili con patologie croniche, cronicamente evolutive o portatori di disabilità transitorie o persistenti.
Contemporameamente il progressivo gigantismo delle Aziende, correlato alla pregiudiziale assolutistica preferenza per protocolli, standard e percorsi a danno della necessaria personalizzazione delle cure e della verifica di efficacia per la Persona e non solo nelle statistiche, ha spostato la guida delle attività dai professionisti della sanità alla burocrazia anmministrativa che però è chiaramente funzionale alla riduzione più o meno nascosta delle risorse.
È questa nei fatti è una patologia cronicamente evolutiva e disabilitante rispetto al compito principale del SSN che è la tutela della Salute per il Cittadini.
Il Servizio Sanitario necessita di un Progetto Riabilitativo intensivo ed urgente che abbracci tutte le attività e tutti i suoi ambiti di funzionamento : operativo, gestionale, finanziario, normativo ma prima ancora culturale e direi etico .
Perdonate la retorica ma purtroppo è proprio così !
La Riabilitazione da un lato rappresenta uno dei settori ove maggiormente si manifesta il bisogno di cure complesse, prolungate e articolate per difendere la qualità di vita, autonomia,relazioni (cioè Salute) dei cittadini, dall’altro è uno dei settori dove si è manifestata l’incompetenza programmatoria nel SSN e dove la pandemia ha causato chiusure e trasformazioni di reparti e servizi esistenti e quindi ulteriore negazione di prestazioni dovute ai Cittadini.
Viceversa la Riabilitazione è senza dubbio un asset che può rappresentare l’efficace modello di collegamento tra ospedale e territorio indicato dal PNRR attorno alle attuali urgenze più critiche per la popolazione.
Ed anche riabilitativa può esser la cultura che ci può aiutare ad invertire questa grave condizione patologica del Servizio Sanitario Nazionale.
Continua a crescere la carenza di medici e professionisti che è evidentissimo frutto velenoso della incapacità programmatoria del Ministero e delle Regioni negli anni precedenti: in ogni azienda chiunque è in grado se lo vuol fare, di prevedere la progressione sia della domanda di attività che la evoluzione dei pensionamenti del personale ma i nostri burocrati e politici non l’hanno saputo fare da molti anni.
Certo però che leggendo il recente documento Ministero-Agenas sul calcolo del personale negli ospedali viene da pensare che come in altre occasioni l’ipocrisia della politica ed ella burocrazia nasconda il problema cambiando solo le parole o il sistema di rilevazione : la carenza è miracolosamente scomparsa !
Come dire : “La povertà è cancellata” !
Pensando male viene il dubbio che l’incapacità di prevedere una adeguata progressione alla formazione ed all’ingresso di professionisti (medici, infermieri e tanti altri) nel SSN non sia altro che volontaria programmazione per ridurre progressivamente appunto il CAPITALE PROFESSIONALE che è elemento indispensabile di ogni struttura, prestazione o servizio per la Salute.
La chiave di volta per affrontare questa situazione e riabilitare il SSN per rispondere al diritto di Salute dei Cittadini può esser il PNRR che indica la strada del potenziamento delle attività sanitarie e socio-sanitarie territoriali coordinate con quelle di degenza. Ovviamente spendendo in modo appropriato questi fondi con interventi che possano da subito modificare le situazioni più urgenti e critiche, costruire un sistema integrato efficace rispetto all’evoluzione epidemiologica e demografica (cronicità, invecchiamento, disabilità in primis) e nello stesso tempo produrre “ricchezza sociale “ perché sia possibile in futuro restituire questi che sono in gran parte dei prestiti.
E’ necessario ed urgente che il Governo cerchi di modificare i limiti imposti al finanziamento PNRR che pare orientato solo a realizzazione di strutture che in gran parte già esistono in tutto il Paese e vanno potenziate con personale e programmi di lavoro efficace in relazione alle urgenze presenti. Altrettanto urgente è che vengano modificati i due DM 70 e 77 ed il meccanismo di calcolo dei fabbisogni che appunto il Ministero ha prodotto e che ripetono schemi clinici e finanziari non certo congrui con l’evoluzione scientifica ed organizzativa sia per gli ospedali che per le attività da diffondere nelle comunità come una rete di sinergie per ben prevenire ,riabilitare ed assistere .
Certamente si deve valutare l’appropriatezza di tutte le prestazioni ma lo si deve fare in relazione ai bisogni ed alle potenzialità clinico-scientifiche di dare efficiace risposta a questi bisogni: in Riabilitazione ci stiamo giustamente occupando della appropriatezza delle prestazioni ospedaliere anche prima di altri settori , ma la questione centrale è prima di tutto la idonea quantità e qualità di offerta di prestazioni nel momento e luogo idoneo per la persona, e la appropriatezza può esser analizzata solo in questa visione di continuità, completezza e sinergia tra i diversi setting e non frammentata al solo ambito ospedaliero che rischia l’inefficacia (e lo spreco) se isolato.
Le prestazioni ospedaliere di ogni disciplina, ed in particolare quando esistano problematiche di evolutività cronica e menomazioni funzionali correlate , debbono esser intensive , tempestive ed ottimali ma strettamente sempre inserite in un sistema unitario che miri a condurre e mantenere la persona a domicilio, nelle migliori condizioni funzionali e di autonomia , od in idonee residenze quando le famiglie non siano in grado da sole di far fronte.
In Riabilitazione giustamente si riparla di realizzare (come già scritto in documenti ministeriali mai del tutto applicati purtroppo ) dell’esigenza di un Piano Territoriale che è la concretizzazione di questi obiettivi: è un esempio di quello che dovrebbe esser il futuro e non solo per la Riabilitazione. Come in ogni sistema aziendale (ed il SSN lo è ) proseguire con il definanziamento e la distruzione dei capitali fondamentali porta alla fine : anche gli esperti finaziari indicano questa scenario oscuro per il Sistema Sanitario, per la tutale dei diritti dei cittadini ma anche per il valore economico e di ricchezza nazionale che tutto ciò correla.
Per fortuna oramai sempre più numerose e forti sono le critiche ai due DM ed alle indicazioni del PNRR da parte del mondo dei medici e dei professionisti sanitari, dalle Associazioni dei pazienti e dei cittadini, dalle organizzazioni competenti in questi ambiti clinici e organizzativi .
Chi è a diretto contatto con le situazioni di salute dei cittadini e del peggioramento delle loro prospettive , chi è professionalmente consapevole di come diversamente si potrebbe e dovrebbe operare ,chi è anche deontologicamente responsabile di tutto ciò sente su di se la responsabilità di questi gravi errori e deve contrastarli.
E’ dovere di tutti alzare la voce perché con urgenza si ponga rimendio nell’interesse della universalità ed efficacia del Servizio Sanitario Nazionale. Protestare ma anche fornire indicazioni e dati perché questo cambiamento possa avvenire in tempo e non si sprechino i fondi del PNRR.
Sempre più numerosi sono gli articoli, proprio anche in questo Giornale da parte di professionisti ed esperti , società scientifiche di riabilitazione ed altre discipline, documenti di Associazioni di pazienti , anziani e disabili, importanti studi nel settore economico-finanziario che giustamente sollevano concordemente questi problemi.
E’ indispensabile impegnarsi a tutti i livelli perché il nuovo Governo modifichi decisamente la normativa velenosa di questi anni per dare una impostazione veramente innovativa allo sviluppo delle potenzialità di riforma che il PNRR ci offre e ritorni a garantire i Diritti di Salute per tutti i Cittadini.
Potenziare il sistema sanitario ed insieme assistenziale nel territorio adeguandoli ai rapidamente mutati bisogni della popolazione, sfruttando al meglio le potenzialità ospedaliere può esser la cura di questa ingravescente e disabilitante patologia che il SSN sta mostrando: il PNRR può esser l’occasione se tempestivamente si interviene correggendo molte cose.
Le stesse Regioni possono comprendere come sia primariamente loro dovere, ed anche interesse, arrivare a costruire un sistema che renda veramente sinergiche attività ospedaliere, ambulatoriali, territoriali, sanitarie ed assistenziali specialmente nell’ambito delle problematiche della disabilità e cronicità che rappresenteranno sempre più un grande asset dei bisogni della Comunità : su questo terreno si gioca la rinnovata credibilità , efficacia e sostenibilità del Servizio Sanitario che vogliamo che torni ad esser veramente nazionale ed universalistico.